15 novembre, 2013

Mauro Ferrari su Il sofà sui binari, ultimo romanzo di Caterina Davinio, pubblicato da Puntoacapo Editrice

 (...) IL SOFÀ SUI BINARI, dicevo, è altra cosa. Il tono è surreale, anzi tanto surreale da non permetterci di tracciare una linea di demarcazione tra sogno e veglia, follia e sanità, realtà e immaginazione. Anzi: il lettore, come complice del Narratore, è prima o poi costretto a formulare domande su cosa stia davvero accadendo, e a concludere che il problema è gödelianamente indecidibile.

Siamo fatti della materia dei sogni no? In modo concreto: poiché operiamo sì tramite i sensi, ma questi obbediscono al cervello – che ragiona e sogna allo stesso tempo – non ci è mai dato di essere certi. C'è un racconto di Stanislav Lem in cui si immagina che uno scienziato abbia imprigionato dei cervelli in svariate casse, dando ad essi stimoli ad hoc affinché sognino di essere davvero vivi e di avere esperienze diversissime; o forse basterebbe andare a un film geniale come Matrix, in cui davvero nulla è ciò che sembra…

La storia… Un commesso viaggiatore ha una amnesia, sbaglia treno, arriva a Pavia; di conseguenza perde il lavoro, viene licenziato e mollato dalla moglie che lui comunque tradiva. Una commedia verista, alla Sordi. Oppure: un uomo sale su un treno e scopre che quel treno è diretto a… Nessundove, (il Nowhere di William Morris, ma senza utopia) che alla fermata tutto è avvolto nella nebbia e la città ha un asterisco al posto del nome; è affiancato da personaggi improbabili come un Mostricciattolo (scritto così, e con la maiuscola), una donna-fata misteriosa (la Primavera di Botticelli, forse una Lamia), sposata con un vecchio professore che si siede sui binari. Vita e Morte sono intercambiabili, abbracciate l'una all'altra. Alla fine forse il protagonista scopre forse la banale verità di cui sopra – ma detto così, dubitiamo che quella verità sia davvero convincente). Kafka, direi. O una congruenza con Shutter Island. Ancora: un Personaggio scopre di essere tale, si accorge che non ha alcuna realtà indipendente se non quella di portare avanti una azione che è nelle mani dell'Autore. Pirandello, o Beckett. Oppure, affondando nelle svariate possibilità del testo (del mondo), possiamo continuare a chiederci se il protagonista sia davvero vivo o morto; se abbia davvero stuprato e ucciso la donna dei suoi sogni nel corso di una crisi, se davvero il marito di lei si sia impiccato per il dolore. E indagare su chi sia la donna che si spaccia per sua moglie. Hitchcock.

Insomma: la trama del libro è accuratamente resa anche qui Indecidibile. Come la vita stessa.