07 maggio, 2009

Fw: Successo al 2° Festival arte contemporanea di Faenza

Successo al 2° Festival arte contemporanea di Faenza

La 24 ore di Pino Boresta

Domenica 19 aprile 2009
h 02:00 Suona la sveglia.
h 02:30 Mi vesto, esco, monto in macchina e parto.
h 08:45 Arrivo a Faenza.
h 09:00 Spalmo per la città le mie smorfie qua e là.

h 10:00/11:00 domenica 19 aprile 2009
Auditorium Santa Umiltà
Coming Shows; la Biennale di Bergen
con Solveig Ovstebo, Marieke Van Hal
spettatori circa 15/20
Incontro Pier Luigi Sacco che mi presenta Bernd Fesel.
Ascolto in silenzio tutta la conferenza poi vado via.

h 11:00/12:00 domenica 19 aprile 2009
dove ISA Ballardini
Dentro l'opera
con Luca Trevisan e Andrea Bruciati
spettatori circa 30/40
Entro vado in fondo alla sala vicino al fonico e alla sua strumentazione e
parodiando lo spot pubblicitario della trasmissione "Anno Zero" salgo su una
sedia e urlo a squarciagola "AAHOOOOOOOOOOOOO!........" sbigottiti e
attoniti tutti gli astanti si voltano verso di me e io grido "Per andare
alla Biennale da chi devo andare?". Andrea Bruciati visibilmente divertito
dice "Magnifico!". Scendo dalla sedia e me ne vado.

Bene! Ho rotto il ghiaccio, ce l'ho fatta la prima è andata.

h 11:00/12:00 domenica 19 aprile 2009
dove MIC
Le biennali e il sistema dell'arte
con Carlo Bach, Jadranka Bentini, Silvia Evangelisti, Giuliano Gori, Annie
Ratti
modera Cloe Piccoli
spettatori circa 200/250
Entro vado in fondo alla sala mi metto seduto in penultima fila, con il
foglio del programma in mano chiedo al vicino conferma della sessione in
atto, quindi faccio un bel respiro mi alzo
in piedi sulla sedia e urlo a squarciagola "AAHOOOOOOOOOOOOO!........" l'intero
uditorio seduto nel lungo corridoio si volta di scatto all'unisono e
sbigottito verso di me, (è stato bellissimo sembrava la scena di un film)
quindi grido "Per andare alla Biennale da chi devo andare?" poi strillo la
stessa cosa in inglese. Mentre scendo dalla sedia e sto per andare via
scatta un applauso, guardo l'orologio e mi dico: "Se mi sbrigo prima di
mezzogiorno faccio in tempo a farne un'altra".

Questa è stata forse la più emozionante non per l'applauso ma per la
prospettiva dalla quale mi sono goduto la scena.


h 11:00/12:00 domenica 19 aprile 2009
dove ISIA
Auditorium Santa Umiltà
con Bernd Fesel, Donato Giuliani, Simon Roodhuse, Pier Luigi Sacco
modera Stefano Baia Curioni
spettatori circa 20/30
Entro vado in fondo alla sala vicino al fonico e alla strumentazione salgo
su una sedia e urlo a squarciagola "AAHOOOOOOOOOOOOO!........" sbigottiti ed
attoniti tutti si voltano verso di me e allora grido "Per andare alla
Biennale da chi devo andare?". Pier Luigi Sacco sconcertato e molto
preoccupato si alza di scatto e mi viene incontro ma prima che possa
raggiungermi io sono già fuori verso la prossima meta.

Molto bene, anche questa è fatta, ma ora i telefonini degli organizzatori
incominciano a squillare all'impazzata da tutte le parti "Attenti c'è un
pazzo che va in giro a strillare durante le conferenze" "ma chi è?" "Bhoo!
Un certo Pino Foresta" " No! Boresta non Foresta" " Che facciamo? Chiamiamo
la polizia, la sicurezza?" " No! É meglio di no sarebbe peggio, lasciamolo
fare infondo è innocuo è solo uno di quegli artisti outside, non è un
pericolo lo conosciamo… facciamo solo in modo che se ne parli e si sparga la
voce il meno possibile. Diamo inoltre direttive a chi redige i comunicati
che non si faccia il ben che minimo accenno al fatto, deve essere come se
nulla fosse successo" "Hai ragione se facciamo finta di nulla e niente viene
pubblicato tutto sarà dimenticato presto" "Ok! bene facciamo così"
Questo dialogo non è frutto di un intercettazione ma solo il prodotto della
mia fantasia, ogni riferimento a fatti luoghi e persone è puramente casuale.


h 12:00/13:00 domenica 19 aprile 2009
dove Teatro Masini
Le biennali degli artisti
con Cesare Pietroiusti intervistato da Angela Vettese
spettatori circa 400/500
Arrivo alla Piazza della Molinella ma a causa della pioggia mi dicono che il
meeting si sta tenendo dentro al teatro. Entro, e mi guardo intorno, il
teatro è bellissimo e quello che racconta Cesare è sempre interessante,
vorrei godermi tutto di più ma sono li per uno scopo ben preciso e non posso
transigere, il lavoro viene prima di ogni cosa me lo ha insegnato il mio
maestro. Intravedo una poltrona vuota la scavalco dal retro vi salgo sopra e
strillo con quanto più fiato ho in gola
"AAHOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!........" centinaia di occhi spalancati dall'intera
platea, logge, loggette e loggione vengono puntati su di me, e quindi grido"Per
andare alla Biennale da chi devo andare?" poi la stessa cosa in inglese.
Cesare Pietroiusti entusiasta dice "Fantastico!... però non l'ho
riconosciuto" . Io nel frattempo avevo fatto la mia solita uscita repentina
come da copione ma questa volta mi soffermo poco fuori perché volevo
rientrare per seguire il resto dell'intervista. Uno degli inservienti
uscendo e scorgendomi nell'androne del teatro mi dice "Guarda che stanno
rispondendo alla tua domanda". Cosi mi affretto a rientrare e in effetti, la
Vettese sollecitata da uno spettatore stava dicendo qualcosa del genere; "In
fondo partecipare a una Biennale di Venezia non è cosi decisivo per la
carriera e il successo di un artista visto che tantissimi artisti che hanno
partecipato sono poi scomparsi nell'oblio più assoluto".

Angela ha sicuramente ragione, è per questo che io faccio di tutto per non
correre questo rischio, e anche questo articolo ne è la prova. Avrei voluto
però anche rispondergli che almeno loro l'occasione l'hanno avuta, ma questo
botta e risposta non faceva parte del mio copione performativo, per una
correttezza auto impostami non volevo togliere spazio ai personaggi
ufficialmente invitati al festival. Del resto io la mia proposta all'organizzazione
per una partecipazione ufficiale l'avevo fatta, visto che per 2 anni ho
portato avanti un progetto che consiste in una petizione a mio favore per
essere invitato alla Biennale di Venezia e della quale si era molto parlato
e scritto. Li avevo informati che avevo raccolto 1000 adesioni, e che l'intera
documentazione era stata spedita a Daniel Birnbaum (direttore delle prossima
edizione) ma ho ricevuto un email di risposta dall'organizzazione del
festival che mi ha comunicato che era troppo tardi per inserirmi nella
programmazione ormai definitivamente chiusa. Ma come dice Einstein è tutto
relativo perché circa un mese dopo, esattamente il 9 aprile 2009, solo 7
giorni prima dell'inizio del festival esce un articolo su Exibart che
annuncia "Il festival dell'arte Contemporanea di Faenza, guidato
da……aggiunge nuove frecce all'arco del suo programma……Lorenzo Fusi……Arto
Lindsay e Tomas Saraceno ……Hector Zamora e la pluribiennalista Lara
Favaretto… Sissi e Bertozzi & Casoni." Caro Albert quanto hai ragione.


h 13:00/15:00 domenica 19 aprile 2009
dove Piazza della Molinella
Pausa pranzo
Incontro Cesare Pietroiusti nell'info Point e non mi faccio sfuggire l'occasione
per chiedergli perché al termine del suo intervento (al quale ho assistito)
non ha voluto firmare la mia petizione dicendomi che ne avremmo parlato
dopo.
Potevo accettare il diniego di tutti quelli che come; H.H. Lim, ABO,
Francesco Rutelli, Domenico Nardone, Pericle Guaglione Lucilla Catania,
Massimo De Carlo, Daniele Puppi, Enzo Cucchi, Roberto De Agostino, Thorsten
Kirchhoff, Teresa Macrì, Elisabetta Benassi, Dobrilla De Negri, Anna Valeria
Borsari, Renato Mambor, Roberto Pinto, Emanuela De Cecco, Oliviero
Diliberto, Piero Mottola, Danilo Eccher, Stefano Arienti, Giulia Cavallaro,
Guido Curto, Sabrina Mezzaqui si erano rifiutati di firmare, ma non potevo
accettare il suo senza una spiegazione, e chi conosce la mia storia sa bene
il perché.
Mi ha detto che non poteva firmare perché se c'era uno che lo meritava più
di me quello era lui e molti altri prima di me, io gli ho risposto che forse
aveva ragione ma purtroppo l'idea l'avevo avuta io, e non poteva comportarsi
come tanti altri rosiconi che mi hanno detto la stessa cosa ma che poi hanno
simpaticamente firmato come Giovanni Albanese, Gianfranco Notargiacomo
sostenendo che trovavano l'idea geniale. Ho risposto a Cesare che se l'idea
l'avesse avuta lui e mi avesse chiesto di firmare io non l'avrei firmata una
volta, ma bensì 2,3,4 volte perché io lo stimo e gli voglio bene, nonostante
questo rifiuto. Il resto della discussione è stato una serie di questioni
sul mio e il suo lavoro del quale abbiamo tante volte discusso e di cui non
posso certo parlarne in questa sede, ma un'affermazione va analizzata, e
cioè quando sostiene che non se la sentiva di firmare anche perché parlando
di questo mio progetto con altri aveva avuto modo di conoscere persone che
avevano aderito solo per cortesia, amicizia, gioco, divertimento e senza
credere realmente nel valore del mio lavoro. Gli ho risposto che anche noi
alla Quadriennale con il gruppo dei "Giochi del senso e/o Nonsenso" quando
con l'operazione "Invito alla XII Quadriennale" abbiamo deciso di accettare
tutti coloro che volessero esporre nel nostro spazio la loro opera non
abbiamo fissato meriti di valore ne limiti di principio o moralità. Tante è
vero che alcuni pensando di prenderci per il culo ci hanno portato di tutto,
ricordo un tipo che addirittura ci ha portato due boccioni di piscio che noi
abbiamo regolarmente esposto in bella vista e tante altre provocazioni delle
quali non ci siamo affatto posti il problema se esporre o no. Per cui questo
vale pure per il mio progetto "FIRMA BORESTA". Inoltre chi se ne frega se
uno firma per un motivo o per l'altro…del resto l'arte relazionale non è
altro che lo specchio della vita e di quello che in questa succede, e questo
è quello che volevo dimostrare e forse ci sono riuscito. Figurati se un
candidato politico si preoccupa del motivo per il quale qualcuno lo vota, l'importante
è che lo facciano. Il voto di Cesare non mi avrebbe sicuramente assicurato l'invito
alla biennale ma per me sarebbe stato come quell'abbraccio e quella carezza
che da tanti anni non ci siamo più dati. In ogni caso poi chi ha detto che
la decisione reale di firmare di alcuni individui non sia quella che hanno
detto a me piuttosto di quella raccontata a lui? In un paese dove gli exit
poll non hanno mai azzeccato una previsione non si può fare certo
affidamento su quello che dice la gente, ma piuttosto su quello che in
definitiva fa, non credete?

Ma al di fuori di tutto questo la cosa che più mi ha più ferito dopo aver a
lungo discusso con te caro Cesare, sono le cose che mi hai detto e sono
uscite allo scoperto distruggendo quello che per tanti anni ho pensato che
tu pensassi di me e del mio lavoro quando nel 28 febbraio 1998 in una
lettera di presentazione per un concorso scrivesti quanto segue:"Conosco
Pino Boresta dal 1993 e, da allora, ho più volte, e per progetti anche
impegnativi, lavorato insieme a lui. Fra l'altro, egli era uno dei
componenti del gruppo "Giochi del Senso e/o Nonsenso" che ha ideato,
organizzato e gestito l'operazione "Invito alla XII Quadriennale"
(settembre-novembre 1996). In tutti questi anni di lavoro fatto in comune,
ho avuto modo di conoscere e apprezzare da un lato il suo lavoro di artista,
dall'altro le sue qualità umane. Il lavoro di Boresta è fortemente
caratterizzato dalla dedizione ad una sperimentazione che, in modo ostinato
e capillare, cerca dimensioni comunicative inesplorate, occasioni di
provocazioni visive e intellettuali e il confronto con i contesti sociali
più vari. Con la stessa attitudine di apertura e quasi di sfida
comunicativa, Pino sembra muoversi a suo agio sia nelle strade della città
che dissemina di tracce e di stimoli, sia nei luoghi espositivi propriamente
detti, che con il suo intervento, diventano sempre un po' meno ingessati e
convenzionali. L'impegno e la dedizione testardi e anti-economici sono del
resto anche segni della personalità di Pino, la cui generosità alla
comunicazione no è costruita o affettatamente colta, ma profondamente insita
in lui. Spesso in questo senso, mi è sembrato di notare che per Boresta l'apertura
e la franchezza fossero in un certo senso inevitabili, e quasi impensabili e
incomprensibili, invece, le attitudini e le situazioni costruite sulla
chiusura e sulla predeterminazione dei ruoli e dei significati." . Ma anche
queste vicende servono per diventare più forti e io ti ringrazio per la
riflessione ed analisi ulteriore che grazie a te è sorta in questo progetto,
che ha detta di alcuni a smosso diverse coscienze.


h 15:00/16:00 domenica 19 aprile 2009
dove MIC
Le biennali degli artisti
con Monica Bonvicini, Massimiliano Gioni, Marina Sorbello.
spettatori circa 300/400
Entro e staziono infondo alla sala, tutte le sedie sono occupate. Ne prendo
una da un sottoscala e la porto alla fine della sala. Incontro un sacco di
amici Annalisa Cattani, Fabrizio Rivola, Adriana Torregrossa, Fabiola
Faidiga, tutti in piedi alla fine della coda, c'è anche il simpatico e bravo
Michele Robecchi al quale dopo averlo salutato chiedo di farmi un po' spazio
per piazzare la sedia. Faccio un bel respiro e pronti via!, salgo sulla
sedia e urlo fortissimo "AAHOOOOOOOOOOOOOOO!........" anche questa volta
tutti sbigottiti ed attoniti si voltano verso di me e allora grido "Per
andare alla Biennale da chi devo andare?" ripeto la stessa cosa in inglese
scendo dalla sedia ma questa volta non vado via perché, credo fosse la
Bonvicini mi chiama esortandomi ad andare al desk per spiegare il mio gesto.
Lanciata come una sfida ero quasi in procinto di andare nonostante avessi
deciso non farlo in base alle direttive performantiche che mi ero imposto,
ma visto l'insistenza ero sul punto di andare quando Gioni ha stoppato il
tutto preferendo continuare a parlare lui. Pertanto desisto e decido di
raccoglile un po' di firme ed adesioni di coloro che erano li e continuavano
a farmi domande.

Vedendo passare Pier Luigi Sacco che mi guardava fortemente irritato e
indispettito, lo fermo chiedendogli il perché di tanto astio infondo è solo
una happening che animava il festival e che faceva riflettere. Gli faccio
presente che quasi tutti lo trovavano piuttosto pertinente e in linea con il
tema del festival e in molti casi rendeva la platea molto più attenta e
questo era un bene in un festival di arte contemporanea dove si parla delle
forme più avanzate di espressione. Se fosse stato Tino Seghal al mio posto
sicuramente ne sarebbe stato felice, e poi su via un po' di leggerezza, in
giro c'è di peggio di cui preoccuparsi; come chi si fa inculare dai cani,
chi mostra il video mentre si fa scopare dal gallerista, o chi usa le donne
nude come sopramobili, io invece urlo solo la mia verità che male faccio?
Gli ho detto anche che mi dispiaceva che lui mi guardasse in cagnesco e che
anzi mi sarei aspettato che si complimentasse con me con pacche sulle spalle
perché rendevo così il suo festival più vivace ed interessante, visto anche
tutte le belle cose intelligenti, interessanti e giuste che scrive;"Gli
artisti migliori sono da altre parti e non hanno vita facile -
Exibart.onpaper n. 48" . non pensavo che venendo dalle sue parti gli dessi
così fastidio. Come sempre le parole rimangono parole e i fatti sono
un'altra cosa e io non ho mai chiesto aiuto a nessuno ne a lui ne ad altri
ma un po' di giusto e meritato rispetto sarebbe forse pure giunto il momento
di concedermelo o no? Testimone di eccellenza di tutta questa pacata e
piacevole conversazione con Pier Luigi è stato Michele Robecchi che ha
seguito da vicino e con interesse la diatriba sostenendo di avere un
particolare interesse sull'argomento, la cosa mi ha fatto molto piacere, ma
chi sa anche lui cosa pensa realmente, forse un giorno me lo dirà o lo
scriverà? chi sa?

h 16:00/17:00 domenica 19 aprile 2009
dove Teatro Masini
Le biennali dei curatori
con Massimiliano Gioni intervistato da Carlos Basualdo
spettatori circa 500/600
Entro e mi fermo in fondo alla sala accanto al fonico. Noto che più di
qualcuno degli astanti in piedi e dalle logge mi ha riconosciuto e comincia
a sbirciarmi con la coda dell'occhio. Decido cosi di non fare nulla e chiedo
al gentile fonico di utilizzare la sedia vuota del collega assente, me lo
concede e per un po' ascolto quello che dice Massimiliano che stava
confessando di aver paura di passare alla storia per il curatore
specializzato nelle biennali. Nel frattempo la situazione intorno a me si
rilassata e capisco che è giunto il momento di agire; salgo sulla sedia e
urlo più forte che mai "AAHOOOOOOOOOOOOOOOOO!........" meno sbigottiti e
attoniti delle volte precedenti tutti i presenti si voltano e puntano gli
occhi verso di me e io grido come un invasato"Per andare alla Biennale da
chi devo andare?" anche questa volta faccio la versione in inglese. Carlos
Basualdo si spaventa, ma non fa una piega, Massimiliano Gioni invece si
lamenta perché era la seconda volta con lui presente e scocciato aggiunge
rispondendomi "Non certamente cosi!", gli ribatto che invece è una diversa
alternativa di approccio che dovrebbe valutare. Qualcuno dal pubblico ad
alta voce chiede di rispondere alla mia domanda "urlata", ma lui svicola
sostenendo che lo avrebbe fatto dopo magari in privato perché a lui
interessa tutto, gli chiedo "Anche io ti interesso?" Mi risponde
"Certamente! Mi interessano tutti?". Allora chiamo a testimone l'intera
platea e dico; "Avete sentito cosa ha detto? È interessato a me e al mio
lavoro, staremo a vedere". A tutt'oggi non ho avuto sue notizie chi sa forse
e il caso gli ricordi il mio email salepepe9598@yahoo.it . Al termine dell'intervista
Carlos chiede se ci sono domande e in molti aspettavano che io intervenga.
Un signore davanti a me si gira e mi dice "Perché non interviene ora" gli ho
rispondo "Perché conosco tutte le risposte?" .

A seguito di ciò il 23 aprile 2009 alle ore 9.59 su Facebook mi scrive
Stefano Pasquini su Face Book: "Devo dire che sono rimasto deluso dal fatto
che non hai fatto una domanda a Gioni. Alla fine sei un timidone, tutto il
teatro aspettava te."

Rispondo il 23 aprile 2009 alle ore 11.57 sempre su Facebook
Non l'ho fatto perché conosco tutte le riposte e la mia performance-blitz
non prevedeva questa aspetto di confronto. Io avevo proposto
all'organizzazione di invitarmi ufficialmente ma non mi hanno voluto.
Deludere le aspettativa dei miei sostenitori è poi quello che riesco a fare
meglio e devo dire che ne sono anche piuttosto orgoglioso.
Inoltre credo che sia ora che anche qualcun altro incominci a tirare fuori
le palle.., e il fatto che tutto il teatro aspettasse un mio intervento l'ho
avvertito distintamente, ma è proprio per questo che non l'ho fatto… mai
fare quello che gli altri si attendono da te, se si vuole stimolare qualche
interesse bisogna evitare di essere prevedibili.
Se poi qualcuno vuole un confronto in quanto curioso di saperne di più
organizzi pure un incontro io sarò molto felice di parteciparvi, ma figurati
se quelli come Gioni e company accettano hanno tutto da perdere e nulla da
guadagnare, per questo vado avanti per la mia strada, che non consiglio a
nessuno di seguire.

h 17:00/18:00 domenica 19 aprile 2009
dove Teatro Masini
Coming Shows: Documenta 13
con Carolyn Christov – Bakargien intervistata da Carlos Basualdo.
spettatori circa 600/700
Non esco neanche dalla sala del teatro perché a seguire c'è subito la nuova
direttrice di Documenta, qualcuno sostiene - la madre di tutte le
esposizioni internazionali -. Mi accomodo su una poltrona in fondo alla sala
accanto a due simpatiche ragazza contente che fossi lì perché ormai
conoscendomi si sarebbero così risparmiate lo spavento dell'urlo iniziale. L'intervista
a Carolyn è piacevole e con Carlos sono molto affiatati, a un certo punto
improvvisano pure la macchietta del paziente e dello psicoanalista dove
Carolyn fa la paziente e Carlos lo psicologo. La Christov chiarisce subito
che non avrebbe parlato e detto nulla sulla prossima Documenta da lei curata
ed era lì solo perché gli amici che l'avevano invitata non gli avevano detto
che gli avrebbero fatto domande al riguardo. Pertanto incomincia a leggere
dei testi scritti che però essendo in inglese prima li deve leggere e poi li
traduci in italiano. Qualcuno a questo punto comincia ad alzarsi ed andare
via, per questo capisco che è il momento di agire sia per lei che per me.
Velocemente mi arrampico sulla poltrona e strillo
"AAHOOOOOOOOOOOOOOOOO!........" ancora una volta si girano tutti verso di
me, ma stavolta mi stavano aspettando, cambio però il cliscè della domanda
urlando così; "Per andare a Documenta cosa devo fare?". Lei pacatamente e
con flemma anglosassone mi risponde;"Devi leggere …." .e fa il nome di
qualcuno di cui stava leggendo alcune citazioni, ma non ricordo chi fosse.
Mi rimetto seduto e penso che anche io avrei qualche scrittore da
consigliarle e chi sa forse dopo lo farò.


h 18:00 domenica 19 aprile 2009
dove Teatro Masini
C you 2010
con Claudio Casadio, Carlos Basualdo, Pier Luigi Sacco, Angela Vettese.
spettatori circa 400/500
Seduto sempre nello stesso posto ascolto la breve chiusura del festival con
i soliti convenevoli e ringraziamenti di rito e l'annuncio del tema della
terza edizione che sarà "L'opera", saluti applausi e tutti via velocemente a
casa.

Domenica 19 aprile 2009
h 19:30 Parto da Faenza

Lunedì 20 aprile 2009
h 01:30 Arrivo a casa a Segni
h 02:00 Sono a letto e penso; censurino pure le mie incursioni ma speriamo
che non distruggano le registrazioni audio video perché montate in sequenza
tutte 7 con un minuto prima del blitz e un minuto dopo sono un opera
fichissima che potrei donare proprio all'organizzazione del festival di
Faenza per ringraziarli per non avermi invitato.

Pino Boresta